Il crollo di Facebook. Snapchat, la fenice
Le cause, i numeri, la mente di un investitori. E mentre tutti i social crollavano con Meta, arriva una trimestrale sorprendente da parte della società Zuckerberg ha più volte tentato di fare fuori
Il crollo dei record a Wall Street di Facebook - Meta. Numeri da ricordare:
Facebook ha bruciato in 24 ore circa il 25% del proprio valore di mercato al Nasdaq. Record personale. (The Verge)
Si parla di 218 miliardi di dollari, il più grande crollo della storia per una società americana. Record assoluto. (Financial Times)
Zuckerberg in una sola seduta di borsa ha visto il proprio patrimonio calare di 30 miliardi. Record assoluto, ma se ne discute. (Cnbc)
Curiosità, in questo momento il prezzo di un’azione di Meta è 237 dollari, quello che aveva due anni fa, prima della pandemia (Investing)
C’è un solo motivo che può motivare una fuga così precipitosa degli investitori: i problemi registrati nell’ultima trimestrale riguardano i fondamentali dell’azienda, che ha fatto capire di poter non essere più la macchina da soldi che ha dimostrato di essere finora.
I motivi, quelli facili
L’azienda in trimestrale ha registrato il primo (lieve) calo utenti: sono 1,929 miliardi rispetto ai 1,930 del trimestre precedente. Facebook non solo non cresce più in termini di iscritti, ma li perde.
I concorrenti, TikTok tra tutti, crescono e piacciono alle nuove generazioni. Afp senza mezzi termini scrive quello che tutti oramai sanno: Facebook è roba da boomer (Yahoo-Afp)
Facebook dipende dalle pubblicità, e l’App Tracking Trasparency di Apple, consentendo agli utenti di decidere se essere tracciati o meno dagli algoritmi di profilazione, è costata all’azienda 10 miliardi nel 2021.
Del Metaverso di Facebook nessuno ci ha capito molto e sembra più una mossa di marketing che una frontiera
Il mio newsfeed è diventato da almeno due anni una noia mortale (ok passatemela)
La mente di un investitore
È un tema che mi affascina molto quello di come decidono di mettere i propri soldi i grandi gestori di soldi. Per questo mi diverte leggere le noiose pagine di spiega di Wall Street Journal e Financial Times.
Il faro migliore in questo caso credo venga dal quotidiano americano, che oggi scrive:
Gli investitori stanno ora puntando su settori come l'energia e le banche che, a loro dire, saranno quelli che più beneficieranno della ripresa economica e dei tassi di interesse più elevati (1). "Gli investitori stanno passando in brevissimo tempo da un ambiente quasi perfetto per gli investimenti più rischiosi a un ambiente più normale", ha detto Nicholas Brooks, responsabile della ricerca economica e degli investimenti presso Intermediate Capital Group. "Le aziende che hanno beneficiato maggiormente di quel forte allentamento della politica monetaria (sempre 1) sarebbero più vulnerabili a grandi selloff appena si dovessero registrare contrazioni nei loro guadagni o delusioni per le performance”. (WSJ)
Nota macro tremendamente noiosa (saltare)
(1) Il senso - per chi come me non ha studiato macroeconomia e ha passato molti pomeriggi rilassati a lettere e filosofia - più o meno è: fino a quando per sostenere l’economia in crisi le banche centrali hanno inondato il mercato di danaro, gli investitori hanno puntato anche su investimenti più rischiosi ma che promettevano buoni ritorni nel medio periodo (ricordate il boom di Zoom perché tutti avremmo vissuto in videoconferenza? O di Robinhood perché tutti con i sostegni in tasca saremmo diventati microinvestitori? La stessa Facebook ha beneficiato di quel meccanismo perché si pensava che un futuro dove avremmo passato molto più tempo online, magari con oculus e giochi, era più vicino post covid). Ora che la pandemia è finita, la gente esce, vuole viaggiare muoversi girare, le banche centrali stringono la cinghia della loro borsa perché tanti soldi in giro vuol dire molta inflazione e… il gioco finisce. Ecco perché prima facevo notare che il prezzo per azione di Facebook curiosamente è tornato ai livelli pre pandemia: ma la stessa cosa è per Twitter, Paypal (gente esce e paga con carte, meno spesa online), Zoom… ci siamo capiti.
Commenti sui giornali italiani
Arriviamo ai commenti. Questa volta li prendo solo dai quotidiani italiani, che danno una lettura assai simile a quella data dagli internazionali.
Repubblica si concentra sulla mossa del Metaverso, e “qualcosa di più velenoso”.
Alcuni dicono che Mark Zuckerberg si sia lanciato nel futuro per fuggire da un presente complicato ma poi il presente è arrivato. I dati finanziari dicono che qualcosa si è inceppato nella macchina da soldi di Menlo Park. La leva più evidente che ha rallentato gli ingranaggi è stata la scelta di Apple di consentire agli utenti delle sue app di scegliere chiaramente se farsi tracciare dagli algoritmi di profilazione o no […] Ma c'è qualcosa di più profondo, quindi di più velenoso per Zuckerberg: Facebook ci ha un po' stufato. Sì, certo, gli utenti mensili, sono ancora quasi due miliardi, un numero stratosferico. Epperò è il tempo che passiamo sulla app che è cambiato: ci stiamo meno volentieri, postiamo meno cose, interagiamo di meno. Facebook è un club di cui restiamo soci perché custodisce molti nostri ricordi e perché ci stanno molti nostri amici, ma in cui non andiamo più volentieri. (Riccardo Luna, La Repubblica)
Che si collega al commento del Corriere
Se il regno si spopola, o minaccia di spopolarsi, il castello vacilla, molto più di quanto accada al cospetto di scandali o presunti tali o delle multe e delle indagini dei regolatori. […]. Zuck vuole insistere su video, messaggistica, intelligenza artificiale e sulla ricostruzione di «gran parte della nostra infrastruttura pubblicitaria in modo da poter continuare a crescere», fra le altre cose. La priorità si conferma il Metaverso ipotizzato in ottobre, che l'imprenditore vuole costruire (anche) per provare a non dipendere dalle decisioni di alcun concorrente (Martina Pennisi, Corriere della Sera)
Snap, la fenice +50%
Ieri pomeriggio al Nasdaq Snapchat (vi ricordate tutti di Snapchat vero?) ha perso il 24%, così come è crollato Twitter e buona parte dei tecnologici a causa dello scivolone di Meta. Poi è successo qualcosa.
Quell
Quello a destra è Evan Spiegel, ceo di Snapchat
A sorpresa nella notte la società ha pubblicato i propri dati trimestrali e ha riportato numeri di utenti e profitti in crescita consistente: 1,33 miliardi di fatturato, 139 milioni di utenti attivi. Nel pre mercato a Wall Street guadagna il 50% (Cnbc)
Tutte le volte che Facebook ha tentato di distruggere Snapchat (Vox)
Nel 2019 il Wall Street Journal ha pubblicato un dossier in cui dimostra come Facebook, che nel 2016 fallì nel suo tentativo di comprarsi Snapchat, tentò di ‘distruggerla’ e di copiarne alcuni strumenti (la nota polemica delle stories). Destino ironico.